Giorno 0

La scusa della gravidanza gemellare credo che non regga più… Ho davanti a me due strade… Ho continuo a nascondermi dietro ad un atto del tutto naturale (per quanto eccezionale) della gravidanza e di aver messo su talmente tanti kg che di gemelli me avrei dovuti fare almeno 10 oppure mi rendo conto della realtà delle cose e faccio due conti con me stessa. Ho preso tanti kg, troppi per aver 34 anni ed essere alta solo 1.70 m. Mi sono guardata allo specchio così tante volte che mi hanno presa per la matrigna di Biancaneve. Eppure l’immagine è sempre la stessa. È inutile cambiare trucco, comprare abiti più stretti o colori di capelli alla moda. L’unico modo è quello di fare a pugni con la realtà, capire il problema è affrontarlo. Ed io l’ho fatto. Ho provato mille siete, mille creme miracolose ed altrettante pillole … Il risultato è che come me avevo la possibilità mi ributtavo sul cibo. La palestra? No ma dai…. Faccio già abbastanza durante il giorno. E che sarà mai il pasticcino la domenica..il cornetto il sabato, lo zucchero nel caffè, la pizza, la caramella e solo Dio sa cos’altro. Da un mese a questa parte tutto è cambiato… Ho davvero iniziato a volermi bene. Certo non è stato facile, non lo è tutt’ora ma adesso vedo tutto con occhi diversi. Sono mamma, non lo metto in dubbio, sono moglie, certo…ma sono anche donna….sono un essere umano è prima di sopravvivere bisogna vivere. Oggi è il giorno zero… Il giorno in cui vi parlerò dei miei progressi, delle mie battute d’arresto…si…perché succederà che rimangerò tanto da farmi scoppiare lo stomaco…ma ciò non toglie di rimettersi in corsa il giorno dopo… Esattamente come è accaduto ieri sera (cena folle tra amici) ed oggi a pranzo (in famiglia al sud)… Ma domani è lunedì…. Ed il lunedì prevede tanto verdure… E perché no un po’ di palestra che ho iniziato a frequentare… Sono partita da un peso a 3 cifre…. E qualche etto svariato. Oggi sulla bilancia ne vedo due…. Ma ancora troppi… Mano a mano…io ci credo davvero. Chi lo farà con me?

Le domeniche al porto

Alcune volte fa davvero bene essere costretti a fare turni in più..può sembrare banale o forse fuori luogo questa affermazione…ma ora vi spiego. Oggi sono dovuta rientrare a lavoro… Il fatto di lavorare di domenica, di lasciare la routine, di non stare con i miei figli mi ha davvero fatto innervosire… Poi però ho scoperto che non tutto quello che è ripetitivo, conosciuto o ‘di norma’ è la cosa migliore. Sì perché oggi sono stata bene, mi sono sentita diversa….forse libera è questo mi è bastato per farmi tornare il sorriso. Nulla a che vedere con la giornata in spa con la mia amica…mq non è stato male per niente. Uscire dagli schemi non è poi così male…

Una 19enne a Campobasso

Ricordo perfettamente il giorno in cui mio padre mi portò a Campobasso, il capoluogo della mia regione, per iniziare a frequentare l’Università. Avevo provato a fare il test alla Cattolica…volevo fare il dottore e per 3 risposte sbagliate (di matematica ovviamente) non ero rientrata nella selezione. Potevo scegliere se fermarmi o frequentare un altro corso. Decisi di fare scienze Giuridiche come operatore giudiziario. In poco più di due settimane avevo già scelto la casa e soprattutto avevo deciso di andare a stare nella stanza stanza dell’allora mia migliore amica. Giada era esattamente l’opposto di me.. io avevo perennemente la spada di Damocle sulla testa perché i miei genitori mi avevano dato un’educazione ferrea. Orari precisi per mangiare, studiare, lavarsi e qualche volta anche respirare. Lei era l’anarchia fatta persona. Perché dormire alle 22 se puoi passare la notte chiusa nel bagno a tingerti i capelli, farti la ceretta e chiacchierare sul mondo? Ci siamo conosciute che avevamo 9 anni, frequentavamo la stessa Chiesa (io ovviamente anche lì ero la secchiona della situazione) e lei mi fece conoscere il Softball, lo sport che poi riuscì finalmente a cambiarmi un pò (ero un mostriciattolo, ma questa è un’altra storia). Nella stessa stanza, con un armadio microscopico, una scrivania, due letti ed un infinito spazio vuoto. Ovviamente l’armadio serviva più a lei che a me perché io avevo gli stessi abiti da secchiona ormai da così tanto tempo che le tarme ci aveva creato un residence familiare. Non nego che quando hai un’educazione così rigida trovarti da sola è disarmante. Infatti i primi giorni praticamente vivevo immersa nei libri polverosi della biblioteca. Frequentavo ogni tipo di corso pur di non sentirmi sola. Giada invece, ovviamente, non aveva questi problemi. Nel giro di 3 settimane aveva un gruppo di amici, una 10ina di pretendenti ed un appuntamento al giorno. Eppure le nostre diversità ci facevano vivere in tranquillità. Apprendevo da lei ogni giorno un pò di vitalità, lei forse da me i miei consigli da mamma vissuta (anche se mamma non ci ero mai stata). Un giorno, mentre dormivo serena, nel dormiveglia ho sentito dei rumori. Credevo davvero che i ladri avessero deciso di farci visita (per rubare il nulla visto che non avevamo nemmeno le sedie) ed invece era solo Giada che, nel letto praticamente vicino al mio, stava avendo un ‘incontro molto ravvicinato con un suo collega universitario. Non avevo capito bene cosa dovevo fare…fingermi morta? Ma avrei comunque sentito tutto e sinceramente lo avrei evitato… Ho deciso di rotolarmi giù dal letto dalla parte della porta, spiaggiarmi sul pavimento e strisciare in cucina, non mi avrebbero visto…piano perfetto. Peccato che goffamente sono caduta, intrecciata dalle coperte e con il cuscino in faccia esattamente sotto il letto dei due conigli vogliosi sbattendo la testa sul comodino che separava i letti…ecco ora potevo fingermi morta davvero. Ovviamente se ne sono accorti anche le persone del piano di sotto e se non erro anche quelli del quartiere vicino. Volevo rimanere lì..ed invece ho esordito con :” No badate a me,continuate pure”. Volevo sparire….eppure sono scappata in cucina dove ho dormito con la testa sul tavolo..Loro hanno continuato, la mattina dopo non so da dove sia uscito il tizio ma io non l’ho più visto. Giada non ha mai detto nulla e nemmeno io (ovviamente), ma da quella sera ho dormito sul tavolo della cucina per altri 6 giorni di fila, non si sa mai che quel tizio rispuntasse fuori da luoghi sconosciuti. Ecco questo il mio primo ricordo della mia vita universitaria… Ma ce ne sono di molti più strani, che vi racconterò giorno dopo giorno

Ovviamente questa foto è presa da internet, ma è molto simile alla mia realtà 🙂

Le giornate alternative

Lavoro come segretaria da un po’… Ho la fortuna di occuparmi di viaggi ed è ogni volta, ogni giorno un’esperienza diversa… Oggi per esempio come sono arrivata il capo mi ha chiesto se fossi pronta… Ovviamente la mia risposta è sempre la stessa : “Sono nata pronta”. Non sapevo cosa mi aspettava e comunque io dovrei essere a casa non oltre le 13… Nel giro di 10 minuti siamo partiti per Campobasso, il capoluogo di regione. Se consideri che guida come un pilota della Formula 1 in una minicooper e che la strada è tutta in salita potete immaginare la faccia da scema che ho avuto per tutti i 50 minuti di viaggio….. Ho ripasseggiato per quelle strade che conoscevo bene.. mi sono sentita a casa. Sono passati anni da quando ho lasciato l’università, da quando Campobasso non è più la mia città adottiva eppure sono tornata con la mente a quei giorni di serena libertà. Ho vissuto a Campobasso per 3 anni, ho frequentato Giurisprudenza, una vera secchiona… Ho abitato prima in una casa in una stanza doppia con l’allora mia migliore amica, poi in una stanza singola in una casa praticamente dentro la facoltà. Ma questa avventura la racconterò dopo aver messo a letto i bimbi… Oggi ho ricordato tanto… Sono passati tanti anni, non frequento più l’università, non parlo nemmeno più con quella famosa amica… Ho molti più soldi in tasca, meno libertà sicuramente, ma io mi sono sentita come quella 19enne, spensierata e felice…

PS: ovviamente ho fatto tardi a casa…. esattamente come avrebbe fatto quella 19enne

E fuori piove

Vi ho già parlato della mia cittadina e quindi delle mie origini… Lo step successivo e parlare proprio di me. In realtà posso farlo in maniera automatica, quello che direi a grandi linee a chi incontro per la prima volta, ma per capire davvero come sono bisognerà attendere ancora un po’… Capire attraverso i miei scritti tutto quello che si cela dietro. Ho 34 anni, sono sposata ed ho due gemelli. Il maschietto, pacato e zucchero-dipendente si chiama Christian, la femminuccia, ribelle ed indipendente si chiama Arianna. Hanno 3 anni e mezzo e sono due colossi. Vivo in aperta campagna, immersa nella natura, vicino alla mia famiglia… Praticamente la casa è dei miei che ‘gentilmente’ ci hanno prestato. Ora però è davvero piccola per noi ed abbiamo deciso di comprare un terreno e costruire la nostra casa dei sogni (vi farò vedere passo passo la sua realizzazione). La mattina lavoro come segretaria in una multisocietà che si occupa anche di viaggi, una delle mie passioni più grandi. Ho fatto Infiniti lavori (Ve ne parlerò più avanti) ma la mia passione per la scrittura è rimasta sempre lì. Sto scrivendo anche un libro, la sera prima di crollare mezza morta per la stanchezza. Il pomeriggio divento mamma Poppins con due belve che strillano, urlano, si menano e mangiano (e quindi fanno cacca) come se non ci fosse un domani. Stasera invece (martedì e giovedì) cercherò di andare in palestra perché la scusa della gravidanza pare non reggere più 🙂 … Questa sarà la prima sera… Vi racconterò tutto se sopravvivo ali primi 10 minuti. Come vi ho detto abito in una cittadina, al sud e sul mare…ed oggi piove (come da 4 giorni) con temperature che fanno pensare al Natale…. Per ora è tutto…

Dal mio ufficio….